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La Voce dei Protagonisti
Monte Taou Blanc
La pioggia ci accompagna per buona parte del cammino che conduce al Rifugio Savoia; sulla salita che con diversi tornanti porta alla Croce dell'Arolley situata in bella posizione sulla Valsavaranche troviamo qualche riparo sotto alcune rocce per brevi pause, poi attrezzati di mantelle e ombrellini percorriamo il vasto e splendido pianoro del Nivolet.
Caratterizzato da torbiere e ambienti umidi offre un habitat naturale per stambecchi, camosci, marmotte e molteplici uccelli, nonche' per varie specie di flora alpina. Ponticelli in legno facilitano il passaggio nelle zone piu' acquitrinose. Tra la foschia e le nuvole basse si scorgono alcuni alpeggi, che sembrano abbandonati.
Poco prima del rifugio incontriamo la carrozzabile che risale il versante piemontese e permette ai veicoli a motore di raggiungere il pianoro; vedere una strada asfaltata in un ambiente di notevole interesse naturalistico e' sconfortante. Nelle domeniche di bel tempo e' un parcheggio d'alta quota con tutte le conseguenze negative che si possono immaginare.
Negli ultimi anni l'Ente Parco ha promosso diverse iniziative per regolamentare il traffico; il motto di quest'anno e' "Spegni il motore e ascolta la montagna".
E' auspicabile che il progetto, oltre a proseguire, venga anche intensificato per salvaguardare al meglio l'habitat naturale e consentire la frequentazione soprattutto di escursionisti. Dopo il rifugio, prima di raggiungere la vetta del Taou Blanc, abbiamo potuto poi osservare paesaggi di alta montagna di grande fascino, che variano in continuazione, dai numerosi laghi alpini, sia sul versante piemontese che valdostano, alle pietraie e nevai di alta quota.
Di notevole bellezza il tratto che percorre a mezza costa il lago Rosset sovrastato dalla Gran Vaudala e caratterizzato da un singolare isolotto la cui forma e' simile ad un cappello di prete; sulla destra lo sguardo e' attratto dai laghetti denominati Trebecchi con lo sfondo della catena del Gran Paradiso avvolta da nuvole che ne nascondono le vette piu' elevate.
Non sono da trascurare alcuni aspetti storici che legano questi luoghi, il Rifugio Savoia (ex palazzina di caccia di Re Vittorio Emanuele II) alla storia d'Italia della meta' del XIX secolo.
Preoccupato dalla probabile estinzione degli stambecchi il Re ne aveva impedito la caccia indiscriminata e se ne era riservato il diritto. Una forma un po' singolare di protezione che comunque aveva dato risultati positivi. Aveva inoltre fatto costruire una vasta rete di sentieri e mulattiere che ancora oggi sono frequentati dagli escursionisti e utilizzati dai guardaparco per la protezione della fauna.
Un ultimo flash; sul sentiero del ritorno, nel bosco incrociamo una volpe. Ha appena catturato una preda; percepisce la nostra presenza e rapida abbondona il sentiero nascondendosi nella vegetazione.
{Luigi Cazzaniga: 12-13.7.2014}